“Vomitate dai vostri studi televisivi”: la rabbia di un insegnante in una lettera pubblica

È bufera negli studi di Mediaset, dopo che un insegnante, qualche mese fa, ha pubblicato sui social una lettera aperta contro numerosi personaggi televisivi. Vediamo cos’è successo

“J’accuse”: la roboante lettera di accusa del docente

È stata pubblicata sui social una lunga lettera di un insegnate, che se la prende senza mezzi termini con diversi conduttori e protagonisti dei reality e programmi tv più guardati d’Italia. In particolare sono Barbara d’Urso, Alfonso Signorini, Alessia Marcuzzi e Maria De Filippi i bersagli dell’irritato professore. Con uno stile formale che mima il celebre editoriale del giornalista francese Émile Zola, il docente accusa i quattro conduttori di essere la causa del decadimento della cultura del nuovo millennio. “Voi, con la vostra televisione trash, i vostri programmi spazzatura, i vostri pseudo spettacoli artefatti, falsi, ingannevoli, meschini, avete contribuito in prima persona e senza scrupoli al Decadentismo del terzo millennio che stavolta, purtroppo, non porta con sé alcun valore ma solo il nulla cosmico”.

Più avanti nella lettera: “Rappresentate l’umiliazione dei laureati, la mortificazione di chi studia, di chi investe tempo e risorse nella cultura, di chi frustrato abbandona infine l’Italia perché la ribalta e l’attenzione sono per i teatranti dei vostri programmi. (…) Io vi accuso, dunque, perché di tutto ciò siete responsabili in prima persona. Spero nella vostra fine professionale e nella vostra estinzione mediatica, perché solo queste potranno essere le giuste pene per gli irreparabili danni causati al Paese”. I tono utilizzati non lasciano spazio a fraintendimenti.

Quando la tv è un comodo pretesto

L’accusa di fondo è incontestabile. Non tutti i programmi presentati da questi conduttori spiccano infatti per i loro contenuti culturali. Diversi possono tranquillamente essere annoverati nella categoria di trash televisivo. Suona tuttavia alquanto riduttivo e pretestuoso assumere che sia questa la causa del decadimento culturale di una generazione. In alcuni casi, i programmi di intrattenimento costituiscono una (liberatoria) fuga dalla realtà. Non è pensabile che reality e show televisivi si possano sostituire a scuola ed insegnanti nel loro ruolo educativo, nè hanno mai mostrato di averne la pretesa. Un’accusa mossa in questi termini suona semplicistica e superficiale il problema di fondo ha altre radici ed altre cause. Lo sanno bene i laureati che fuggono dall’Italia in cerca di lavoro, non di certo per colpa di Barbara d’Urso o Alfonso Signorini. La frustrazione del docente è di certo comprensibile: riflette una problematica alquanto diffusa in Italia. Tuttavia, le cause andrebbero probabilmente ricercate altrove.

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