Barbara Palombelli sotto choc, la notizia arriva in diretta: duro colpo

Barbara Palombelli, giornalista e moglie di Francesco Rutelli, è ora alla conduzione della trasmissione televisiva ” Stasera Italia”. Il programma che, però l’ha fatta conoscere al grande pubblico è Forum.

Sms di Salvini, la Palombelli è sotto choc

Un inaspettato e scioccante fuoriprogramma per la conduttrice romana Barbara Palombelli. La stessa, durante la trasmissione di Rete 4 “Stasera Italia”, ha ricevuto un sms dal leader politico della lega, Matteo Salvini; il quale minacciava di querelare la conduttrice insieme a tutto lo staff e gli autori del programma.

Dopo aver chiesto consiglio al suo avvocato di fiducia, il segretario del partito leghista, che guiderà la coalizione di destra nelle prossime elezioni, ha deciso di inviare un messaggio molto preciso alla Palombelli.

Salvini sostiene di non aver mai chiesto, nè tantomeno preso soldi dalla Russia, quindi l’accusa spuntata fuori durante le riprese del programma è, per il politico milanese, molto grave e merita una provvedimento importante, come la querela. L’approfondimento giornalistico prevedeva l’analisi del dossier Usa sui milioni di finanziamenti del partito russo che dovrebbero essere destinati ad alcuni partiti europei. La risposta della conduttrice ha cercato di sedare gli animi, in quanto si è mostrata disponibile a un chiarimento poiché da sempre la Palombelli si dichiara iper garantista, tanto è vero che in trasmissione era presente il capogruppo al Senato della Lega, Massimiliano Romeo.

“Querelo chiunque, basta insinuazioni”

La posizione così intransigente di Salvini arriva come risposta al sindaco del partito democratico Matteo Ricci. Sono state le parole di quest’ultimo relative ai tentativi della Russia di influenzare le elezioni in Occidente, anche sui social network. Dopo alcune insinuazioni, la Lega e Salvini hanno deciso di querelare chiunque osi affermare delle complicità tra il Carroccio e il partito di maggioranza di Mosca. Daranno mandato ai loro avvocati per procedere nei confronti di chiunque citi a sproposito il partito e il suo leader. Sembra, infatti, che la campagna elettorale possa nascondere molti colpi di scena, vedendo questi presupposti.

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