Forse noi non lo sappiamo, ma esistono cibi, nella incontenibile quantità che ci offre la natura stessa, che noi diamo per scontato dal momento che sia la natura a procrearli e a servirli in quanti frutti che siano perfettamente sani. E- invece- talvolta non è affatto così! Catalogarli tutti quanti sarebbe impossibile, ma è disponibile una lista dei primi 11 che possono facilmente giungere sulle nostre tavole e che noi dovremmo- pertanto- evitare!
Quali possono essere i cibi “ingannevoli” che noi magari abbiamo sempre fagocitato da una vita ignari, che invece- celano dei veleni parecchio dannosi per il nostro organismo e che pertanto sarebbe opportuno limitare, se non magari del tutto cancellare dal nostro regime alimentare?
Ciliegie, funghi e noce moscata, da consumare con moderazione
Ciliegie. Se vi piacciono le ciliegie attenti ad evitare, anche accidentalmente, di ingoiarne il nocciolo: questo contiene l’ acido cianidrico che è un potente veleno largamente presente nel regno vegetale che ostacola il trasporto dell’ossigeno da parte del sangue. Niente paura, però: la polpa delle ciliegie è totalmente innocua. Inoltre l’ acido si libera solo se si danneggia il nocciolo con i denti o se lo si ingerisce!
Funghi. Da crudi, anche quelli commestibili contengono tossine termolabili che evaporano cioè in cottura, a circa 80° ma che possono creare difficoltà digestive, anche piuttosto evidenti per via della chitina che è contenuta nella loro membrana cellulare. Pertanto è bene consumarli cotti e mai in grande quantità!
Noce moscata. Aggiunta in quantità moderata dà sapore e carattere ai ripieni, ma con lei è bene non esagerare! Contiene- infatti- miristicina, una sostanza neurotossica che, se assunta in quantità elevate, può provocare allucinazioni e – addirittura- bruttissime convulsioni.
Pomodori, patate, mandorle mele, attenzione ad alcuni componenti…
Pomodori. Consumatene con moderazione perché contengono la solanina, una sostanza a bassa tossicità che la pianta produce come naturale pesticida. Elevate quantità di essa sono contenute nel fusto e nelle foglie dei pomodori, che, pertanto, non sono commestibili e vanno scartati.
Patate. Diverse tossine, come la già citata solanina, sono contenute nei germogli e nella buccia di esse : ecco perché è bene sbucciarle prima di cuocerle, stando- però- anche ben attenti a rimuovere la parte verde ove la solanina si concentra in maniera più netta e decisa. Meglio evitare del tutto poi le patate che appaiono verdi anche prima di essere sbucciate: contengono infatti valori di solanina che arrivano fino a 100 mg/100 g, e l’alcaloide tossico non viene eliminato nemmeno con la cottura!
Mandorle. Sono un alimento altamente energetico e salutare per il nostro corpo, ma quelle amare andrebbero evitate o consumate in quantità davvero minima. Contengono -infatti- elevate quantità di amigdalina, una sostanza che nell’organismo produce acido cianidrico da cui- è doveroso sottolinearlo per dovere di cronaca- si ottiene il velenoso cianuro. Si stima- inoltre- che la dose letale di mandorle amare sia, per un uomo, di 50 o 60 di questi frutti.
Mele. Sono piene di vitamine e hanno un elevato potere antiossidante ma quando si mangiano è bene rimuoverne i semi dal momento che contengono amigdalina, la stessa sostanza tossica presente nelle mandorle amare. Sono letali solo se ingeriti in grande quantità ma possono anche provocare sbalzi d’umore e difficoltà respiratorie.
Attenzione ai fagioli, rabarbaro, sambuco e pesce palla!
Fagioli. Cotti sono un alimento nutriente e ricco di proteine, che può anche sostituire la carne senza immettere colesterolo nell’organismo. Ma crudi sono velenosi: contengono -infatti -una tossina detta fitoemoagglutinina, i cui sintomi da avvelenamento sono nausea, vomito e diarrea. Prima di cuocerli è opportuno lasciarli in ammollo per un paio d’ore ed eliminare poi l’acqua utilizzata prima della cottura. La FDA americana- pensate- consiglia addirittura 5 ore d’ammollo a 100 °C.
Rabarbaro. È comunemente usato in pasticceria, ma solo lo stelo di questa pianta è commestibile. Le sue foglie sono- infatti- ricchissime di acido ossalico, una sostanza dagli elevati poteri lassativi che influisce negativamente sulle funzionalità renali.
Sambuco. Con i suoi fiori si ottengono gustosi sciroppi, mentre le bacche, rigorosamente cotte, sono utilizzate per confezionare gelatine e marmellate. Ma fiori e frutti sono le uniche parti commestibili del sambuco, le cui parti verdi e la corteccia sono -invece- molto ma molto velenose. Anche l’eccessivo consumo dei prodotti edibili a base di sambuco è sconsigliabile dal momento che potrebbero provocare diarrea.
Pesce palla. Come molti sapranno è considerato una prelibatezza nelle cucine giapponese, cinese e coreana. Un solo milligrammo delle tetrodotossine e delle neurotossine contenute in fegato, ovaie, intestino e pelle di questo pesce, è sufficiente a uccidere un uomo. Per questo motivo in Giappone può cucinarlo solo ed esclusivamente chi possiede una speciale licenza che si ottiene in 2 o 3 anni di scuola sia pratica che teorica.