Fedez tumore, quali cure dovrà fare ora? Parla il chirurgo che l’ha operato

La storia di Fedez ha fatto ben sperare milioni di persone. Il rapper pare essere riuscito a debellare una brutta malattia che lo aveva colpito. Inoltre ora ha potuto fare ritorno a casa. Il primario dell’ospedale San Raffaele di Milano, dove l’artista è stato ricoverato, racconta di come sia stato possibile tutto questo con parole semplici e -nel contempo- assolutamente professionali. Fondamentale è stata la diagnosi precoce su quel male che cercava di avere la meglio su di lui.

Il suo è- indubbiamente- un messaggio ricco di speranza per il futuro, oltre che per il presente del cantante che-  visibilmente commosso- ha potuto riabbracciare i suoi figlioletti Leone e Vittoria. Cuore immenso e palpitante di papà!

Fedez non dimentica chi ” gli ha salvato la vita e chi lo ha accudito in ospedale”

Fedez è stato dimesso in data 31 marzo 2022, con la mano rigorosamente stretta a quella della moglie Chiara Ferragni, dall’ospedale San Raffaele di Milano, dove è stato operato da un raro tumore al pancreas.

“Grazie a voi che mi avete letteralmente salvato la vita, che mi avete accompagnato e accudito in questi giorni che non sono stati semplici ma che dall’altra parte mi hanno restituito una nuova prospettiva da cui affrontare la vita. Grazie al Prof. Falconi e a tutto il suo incredibile staff”, sono queste  le parole del rapper con le quali ha ringraziato i medici che gli hanno ridato la possibilità di tornare a vivere e di riabbracciare la sua famiglia, potendo ora  ritornare a casa dai propri figli che sono la luce dei suoi occhi. Stiamo parlando di Leone e di Vittoria.

Parla il dottor Falconi che lo ha operato: ” fondamentale è la diagnosi precoce”

“La storia di Fedez ha dato speranza a tante persone e dimostrato l’importanza di una diagnosi precoce“, sono queste- invece- le parole  pronunciate dal primario di Chirurgia del pancreas al San Raffaele di Milano, Massimo Falconi, il chirurgo che lo scorso 22 marzo ha operato e salvato la vita al rapper.

Il medico, durante la sua intervista al Messaggero,  si è espresso circa le terapie che possono seguire l’intervento di questo tipo di cancro spiegando che queste si rendono necessarie quando la chirurgia non riesce ad eliminare del tutto la malattia.

“Un esempio classico è quello di un tumore al pancreas che presenta anche delle metastasi epatiche non completamente asportabili: in questo caso, si può intervenire rimuovendo il tumore pancreatico ‘primitivo’ in modo da confinare la malattia residua al solo fegato”.

L’importanza dei controlli

Il primario inoltre si esprime anche sulla possibilità della recidiva: “L’esame istologico ci permette di valutare alcuni fattori prognostici che possono condizionare o meno il rischio che la malattia si ripresenti. In generale, il percorso di cura di queste neoplasie non si esaurisce mai con il solo intervento chirurgico: i controlli, nel tempo, sono e rimangono fondamentali, ha sottolineato il medico.

Ma con quale frequenza dovrebbero essere effettuati?

“La loro frequenza”- avverte il chirurgo- ” varia a seconda della ‘cattiveria‘ che il tumore dimostra sulla base dell’esame istologico e di alcuni parametri patologici”.

Qualche esempio pratico?

“All’ inizio sono sempre ogni sei mesi. Poi possono diradarsi ed avere un intervallo annuale”, ha spiegato infine Falconi.

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