Demenza, il test che ti dice se ne soffri a partire dai 40 anni

L’Alzheimer spaventa moltissimo anche oggi poiché- in realtà- dati alla mano non colpisce solo gli anziani ma anche persone piuttosto giovani. E oggi esiste un sito che è in grado di calcolare il quoziente di demenza senile. Basta compilare i vari campi e seguire le varie indicazioni, ” il tutto” in lingua inglese…

L’Alzheimer, il nemico dei ricordi. Il dolore di vivere accanto a chi ne soffre

Non vivere più di ricordi, confondere tempi, persone, oggetti e situazioni e diventare sovente bambini. Quanta tristezza e quanto dolore si prova quando notiamo che i nostri cari non ci riconoscono più e che non si ricordano tante cose! Soffriamo insieme a loro ma talora non ci vogliamo arrendere innanzi a questa situazione.

L’Alzheimer spaventa tanto, tantissimo pure  oggi, anche perché è stato appurato che- in realtà- non colpisce solo le persone anziane ma in alcuni casi anche quelle più giovani. Vivere con un proprio caro che ne soffre non è per niente facile e talora è pure necessario ricorrere a istituti ospedalieri per farlo stare meglio.

E ora un  team di ricerca canadese, guidato da scienziati dell’Ospedale di Ottawa, ha messo a punto una pagina web in grado di calcolare in maniera piuttosto puntuale  il proprio rischio di demenza.

Un sito, collegato a un algoritmo, ci rivelerebbe il nostro quoziente di demenza senile

Il sito, basato sull’algoritmo Dementia Population Risk Tool, oltre a calcolare le probabilità di sviluppare la condizione, indica alcuni suggerimenti per migliorare le proprie prospettive. Ma come funziona esattamente? Intanto cominciamo con il darvi il link preciso del sito che è il seguente: https://www.projectbiglife.ca/. Vi diciamo poi che tutto quanto è scritto in lingua inglese.

Poi vi annunciamo che qui  tutte le persone con un’età di età pari o superiore ai 55 anni possono calcolare il proprio rischio di sviluppare la demenza.

Compilando i vari campi  non solo vengono indicate le probabilità di sperimentare la condizione, ma anche di identificare i fattori di rischio che ci stanno spingendo verso il declino cognitivo, ricevendo così dei consigli sulle “contromisure” più efficaci da prendere fin da subito, cercando, come si suol dire, di “correre ai ripari”.

Non esistono però cure per curarlo

Tuttavia, è doveroso sottolinearlo, non esistono cure per curarlo e nemmeno questo sito, legato a questo straordinario algoritmo, ci illude che possa esserci una vita d’uscita. Resta comunque invariato che tutto ciò è davvero molto utile, oltre che scientificamente provato.

“Questo strumento fornirà alle persone che lo compilano indizi su cosa possono fare per ridurre il rischio personale di demenza”, ha affermato il coautore dello studio Peter Tanuseputro, che -ovviamente- è molto orgoglioso e soddisfatto del risultato ottenuto.

 

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