Reddito di cittadinanza, riforma: come potrebbe cambiare

Sta tenendo banco nelle ultime ore la notizia che riguarda il nuovo reddito di cittadinanza. Come potrebbe cambiare e quali sono le novità, scopriamolo insieme…

Reddito di cittadinanza, ecco le più importanti novità

Un team di esperti sta lavorando da giorni interi con il preciso scopo di imporre importanti modifiche al nuovo reddito di cittadinanza che tanto a cuore sta ai cittadini. Tante potrebbero essere le novità che lo riguardano e che stanno interessando gli utenti della Rete, anche perché esso ha diminuito il livello di povertà in Italia. Tuttavia solo pochi, pochissimi beneficiari sono riusciti a trovare un lavoro. E’ questa la sintesi dei risultati, carte alla mano, dell’analisi sulla misura condotta dall’Ocse.

Il reddito di cittadinanza, fortemente voluto dal movimento 5 stelle ma alacremente osteggiato dalla Lega, persiste a dividere i vari schieramenti politici, con le forze di maggioranza che hanno istituito una fortissima commissione di esperti, volti per l’appunto a migliorarlo. Ecco le più interessanti proposte alle quali stanno attualmente lavorando…

Più attenzione alle politiche attive del lavoro e al rafforzamento dei centri per l’impiego

Le novità, come già accennato, sono parecchie, e iniziamo col il dire che è appena stato rifinanziato con 200 milioni di euro, per l’anno vigente, ovvero il 2021, dal Fisco. E tali novità operative  dovrebbero essere inserite nella Legge di Bilancio 2022. Per lo meno questa l’intenzione dell’attuale Premier Mario Draghi, che in passato ha dichiarato a più riprese di condividere la filosofia che sta alla base del redito di cittadinanza, rimarcandone però anche alcuni limiti, che secondo lui riguardano per lo più le politiche attive del lavoro.

Ed è proprio riguardo a ciò che molti si stanno dibattendo, poiché sostengono che -in realtà- il reddito di cittadinanza sia stato non molto efficace, poiché chi è riuscito a beneficiarne non è riuscito a trovare lavoro e a  inserirsi degnamente in questo universo.

Pertanto il ministro del lavoro Andrea Orlando sta lavorando sodo proprio ad un progetto per le politiche attive che però, attenzione, non andrebbe in alcune maniera a toccare il redito di cittadinanza. E a che cosa punterebbe quindi? A rafforzare centri per impiego, completando anche le numerose assunzioni già programmate ma ancora non effettuate.

Si vuole trasformare il reddito in lavoro di cittadinanza e allontanare i furbetti

Il ministro della sviluppo economico Giancarlo Giorgetti propone -invece- l’ipotesi di trasformare il reddito in lavoro di cittadinanza. In pratica l’idea sarebbe quella di rivolgere gli sforzi e  gli aiuti statali mirandoli alla ricerca di manodopera, che molte aziende dicono di non riuscire a trovare.

Fondamentale poi è anche il tema della concorrenza, che -inevitabilmente- si viene a creare tra reddito di cittadinanza e lavori a basso salario. Detto in parole povere molti preferirebbero percepire aiuto statale piuttosto che andare a lavorare per pochi soldi.

E per evitare tutto ciò si sta correndo ai ripari con regole più ferree quando si effettua la domanda, come quella dell’obbligo di accettare almeno una su tre offerte di lavoro proposte, verificando con maggior attenzione il processo di richiesta e di eventuale rifiuto.

Inoltre si sta lavorando seriamente a un sistema parametrale, che valorizzi maggiormente i figli minorenni all’interno di una famiglia che chiede aiuto economico dal Governo. Se -infatti- una famiglia possiede più persone in età da lavoro e con le condizioni di salute necessarie per lavorare, la possibilità di ottenerlo è molto più bassa.

Tutto ciò è stato fortemente voluto al fine di evitare i classici furbetti che, come si suol dire, pur piangendo miseria, fanno di tutto per ottenere dei soldi pur di non lavorare!

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